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Pedagogia e genitorialità su instagram e reti sociali

Negli ultimi mesi, volendo approfondire cosa circola oggi sulle reti sociali attorno alla genitorialità, ho smanettato un pò su instagram. Mi sono reso conto che:

  • I genitori della mia generazione, quelli che ora stanno iniziando ad avere figli o hanno bambini piccoli, usano le reti sociali come se fossero dei punti di riferimento cruciali, lì dove un tempo c’era la nonna o la zia di riferimento. È una tribù virtuale che sostituisce quella reale partendo però da un presupposto insufficiente: pensare che l’educazione di un figlio sia una questione di nozioni
  • Pur essendoci alcuni profili molto utili, la stragrande maggioranza, e parlo anche di quelli molti seguiti, danno informazioni ingannevoli, parziali e, soprattutto, semplicistiche, il che è pericoloso perchè da adito a che ogni madre o padre capiscano ciò che vogliono capire e, così, incorrano nel rischio di legittimare una teoria, un’abitudine, o uno stile che non fanno bene al bambino
  • L’aiuto “offerto” ai genitori dagli instagrammer in voga rientra, come tutto il resto di roba su instagram d’altronde, in una questione di mercato. Sono impresari dell’educazione in cerca di clienti. Tale fenomeno costituisce una sorta di conflitto d’interessi: l’informazione non viene data dall’onestà intellettuale di un esperto, ma dall’ansia di cavalcare l’onda di una moda per prendere like e così fare seguaci che comprino il prodotto. È il mercato dell’educazione, che oggi si spende sulle reti sociali: corsi online, formazioni presenziali, guadagni online grazie al numero di followers…
  • Molti “esperti” non hanno una formazione adeguata, e ripetono nozioni lette, anche loro, su internet, o ricevute in corsi online, per cui diffondono convinzioni basate su conoscenze superficiali o, peggio ancora, su ciò che circola di più, generandosi un fenomeno di autoamplificazione di una moda che porta a rafforzare stili educativi sbagliati

Influencer che sentenziano soluzioni definitive a dubbi del tipo:

Mio figlio ha 3 anni e ancora dorme malissimo, sono sfinita, che faccio?

Il mio bambino non vuole saperne di mangiare tranne le stesse 3 cose di sempre, non fa niente?

Non riesco a togliere il seno a mio figlio di quasi 4 anni, sono sfinita, però è segno di un buon attaccamento per cui non so che fare.

Mio figlio di 1 anno è una PAS (Persona con Alta Sensibilità), è positivo vero?

Le risposte che leggo tendono a tranquillizzare, incoraggiare o reinterpretare in chiave positiva, per poi rivelare 4-5 punti chiave essenziali per risolvere problema e, quindi, offrire il corso di turno.

A questo punto voglio dire che:

  • Non esiste una risposta standard a domande del genere, così come non posso educare in modo uguale a 2 figli: ogni bimbo nasce con un temperamento. Sí, già alla nascita ognuno è diverso dall’altro, per cui la bravura dei genitori sta nell’adattare il proprio modo di rapportarsi, educare, porre limiti, incoraggiare, giocare, gestire le frustrazioni al temperamento del bambino. Probabilmente con un bimbo di temperamento tranquillo, pacato potrò dare limiti e contenimento più facilmente che con uno dal temperamento intenso, assorbente, per esempio un bambino di alta richiesta.
  • Un atteggiamento del bambino va interpretato in base all’età e, i primi anni di vita, a distanza di 6 mesi cambiano e maturano molte cose. I genitori si cimentano con questa continua sfida: adattare le rischieste che fanno al bambino alle sue capacità che dipendono, in gran parte, dall’età. Da un bimbo di 1 anno non ci si può aspettare che gestisca la frustrazione senza l’accompagnamento totale dell’adulto. Così come in un bimbo di 3 anni non si può normalizzare che chieda il seno davanti a qualsiasi piccola sfida o frustrazione per potersi calmare.
  • Ci sono regole o consigli molto utili che valgono per qualsiasi età; ma sono per lo più regole generiche e che richiedono una serie di precisazioni per poterle interpretare e non cadere negli errori sopra commentati.
  • Ci sono tendenze nella genitorialità di oggi che fanno necessario un accompagnamento ma deve essere dato da professionisti e attraverso il confronto diretto. In mancanza di questa possibilità spesso è meglio una chiacchierata tra amiche per condividere dubbi, preoccupazioni, soddisfazioni, orgogli, anche solo per sfogarsi, o una chiamata alla zia che la sa lunga su come crescere i bambini, che stare a smanettare ore al giorno su instagram. Perfino per il bimbo è molto meglio vedere la mamma e il papà che parlano al telefono o passano il tempo in compagnia, che vederli attaccati al cellulare!

Link esterni

https://nonsolopedagogia.it/i-rischi-dei-social-network/: Pedagogia e genitorialità su instagram e reti sociali https://www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/phubbing: Pedagogia e genitorialità su instagram e reti sociali https://www.adolescienza.it/sos/sos-genitori-adolescenti/stai-sempre-attaccato-al-telefono-quando-sono-i-figli-a-rimproverare-mamma-e-papa/: Pedagogia e genitorialità su instagram e reti sociali

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